Devo dire che le cene a casa di F. sono rinomate per essere sempre da leccarsi i baffi. Sarà il suo passato da ristoratore, la sua cura nella scelta degli ingredienti e delle ricette ma quel che è certo è che, se fosse un ristorante, si meriterebbe sempre un 5 stelle!
Quella volta però mi colpì particolarmente un momento, o meglio, un ingrediente.
Andò più o meno così:
Ci stavamo servendo una semplice insalata, da condire ognuno a suo piacimento nel proprio piatto e F. mi disse: “C. aspetta! Devi provare questo…poi dimmi cosa ne pensi!”
Mi passò una bottiglietta d’olio, letteralmente anonima, senza etichetta. Un colore dorato, quasi opaco. Il tipico prodotto fatto in casa pensai.
Ero curioso di provarlo, ne versai un pò sulla mia insalata, mescolai e assaggiai il risultato.
Ora, io ammetto di non essere mai stato un esperto di oli d’oliva ma nonostante questo ho sempre cercato di utilizzare oli, si commerciali, ma che fossero di buona qualità. Ma quello che assaporai con quell’insalata non lo avevo mai provato.
Mi accorsi che F. non aveva mai smesso di osservarmi in quei pochi secondi, sapeva che avrei avuto una reazione particolare. Io ero sinceramente confuso, non ero neanche sicuro che fosse del semplice olio di oliva.
F. mi anticipò: “Questo me lo ha dato il mio amico P., viene da una coltivazione di olive particolare, fatta con tecniche innovative”.
Sicuramente l’innovazione, le ultime tecnologie, le startup erano argomenti che appassionavano entrambe. Va da se che segui una spiegazione dettagliata di cosa si trattava. Io capì più o meno quanto segue e che ti riporto:
Hai presente un albero di olivo? Probabilmente si. Sono bellissimi e simbolo delle terre di alcune nostre zone d’Italia. Quello che non tutti sanno, incluso io in quel momento, è che dietro quella bellezza si nasconde purtroppo una irrimediabile inefficienza produttiva poichè i costi di gestione e di raccolta delle olive non sono più competitivi né a livello nazionale, a causa dei prezzi troppo bassi applicati dalle grandi distribuzione, né a livello internazionale dove paesi come la Spagna risultano i maggiori produttori in termini di quantità ed esportatori.
E allora in cosa consisteva questa tecnica innovativa che aveva portato alla produzione di quell’olio che avevo assaggiato poco prima?
Ecco svelato l’arcano. Con questa tecnica in realtà vengono piantate delle versioni minimizzate dei grandi alberi di olivo e tali piante sono disposte in lunghe file all’interno di campi appositamente preparati. Quasi come in un vigneto per intenderci.
Era ancora poco ma cominciavo a capire.
Un conto è avere tanti alberi grandi disposti in un vasto terreno, un conto è avere delle piante disposte in maniera ordinata, regolare e abbastanza vicine tra loro.
I campi infatti vengono, ancor prima della piantumazione, preparati con impianti di irrigazione che possono essere automatizzati. Questo aspetto è di fondamentale importanza: le piante hanno il giusto quantitativo d’acqua nel momento esatto in cui ne hanno bisogno, senza necessità dell’intervento umano.
Altro aspetto importante è la somministrazione dei prodotti curativi delle piante. Anche qui non è difficile immaginare quanto sia molto più semplice distribuirlo su una fila di piante che su alberi sparsi qua e là in un campo.
Tutto viene ottimizzato.
Ma il pezzo forte non era ancora arrivato. “E come avviene la raccolta?” Chiesi.
Anche questa fase, forse la più determinante, è quasi completamente automatizzata!
Vengono utilizzate delle macchine cosiddette “scavallatrici”, ovvero delle macchine che sovrastano letteralmente le file di piante e raccolgono tutti i frutti.
Subito però pensai che le olive venissero così maltrattate, rovinate da questi macchinari…ma non era così! In realtà questa metodologia di raccolta è la più delicata tra tutte le tipologie esistenti e abbatte nettamente i tempi di raccolta e di conseguenza i costi (i costi crollano del 95%!).
“Wow” pensai. “Un prodotto di questa qualità, ottenuto con tecniche innovative che abbattono i costi in maniera così drastica…”.
Nel mio piccolo, nel corso degli anni, avevo fatto qualche piccolo investimento qua e là. Cose più serie come azioni, quote di società e cose un pò più volatili come forex e criptovalute ma pian piano stava prendendo forma nella mia testa una prospettiva nuova, la possibilità di investire in qualcosa di concreto e primordiale.
Investire nella terra, nelle olive, nell’olio. Non sembrava affatto male!
Guardai F. “Chissà…sarebbe interessante crearci qualche piantagione” dissi quasi scherzando.
Ma F. mi prese abbastanza sul serio e mi disse: “In realtà è proprio quello che stiamo cercando di fare con P. da qualche tempo. Il problema è che per poter funzionare bisogna creare un minimo di ettari in modo da approfittare delle economie di scala che si vengono a creare. Se ad esempio affitti una scavallatrice per la raccolta, è bene che la si sfrutti per un numero minimo di ettari altrimenti il tutto diventa meno conveniente.” Il concetto tornava. Continuò: “Inoltre bisogna mettere in conto di coprire i costi di gestione dei campi per i primi tre anni durante i quali le piante ancora non producono…”. “Tre anni?” chiesi “In tre anni già si vedono i primi frutti?”. “Ebbene si” mi rispose F. “In alcuni casi anche in due anni”.
Qualche settimana dopo ci trovammo in quattro per parlare. Eravamo io e F. e in più si erano aggiunti J. il mio fidato compagno di avventure imprenditoriali in questi ultimi anni e P., imprenditore agricolo, colui che ci aveva fornito quell’olio.
L’obiettivo era di capirci di più. Cosa stavano organizzando? Come avremmo potuto realizzare una piantagione di olivi ad alta densità?
Scoprimmo qualcosa di veramente entusiasmante! In realtà P. e F. si erano portati molto avanti con il progetto. Erano disponibili quasi 200 ettari di terreno su cui poter piantare e P. aveva di recente rilevato un frantoio in modo da poter coprire tutta la filiera, dalla pianta alla bottiglia d’olio.
Devo dire che la cosa si faceva sempre più interessante. In un attimo si era passato da quella che poteva essere un’idea, un progetto a lungo termine, ad un qualcosa di molto vicino e concreto. Bastava veramente poco per partire!
Mentre P. ci raccontava tutti i dettagli più tecnici e professionali di questo tipo di coltivazione, si sentiva nell’aria la passione e la voglia di creare qualcosa di nuovo e di bello.
Di lì a poco avremmo potuto mettere in piedi una filiera di produzione d’olio made in italy, avremmo potuto fare il c*** (con tutto il rispetto) agli oli spagnoli che esportano il doppio dell’olio italiano in tutto il mondo, ma ci servivano altre persone per poter partire. Dovevamo fare qualcosa di grande altrimenti ci saremmo ritrovati a produrre il tipico olio fatto in casa che poi regali ai parenti durante le feste.
“Dovremmo essere almeno in dieci se non di più” disse P. ad un certo punto. “E perchè non cinquanta o cinquecento” disse J. in risposta.
Lo guardammo e poco dopo capii dove voleva arrivare.
“Raccontiamo questo progetto” incalzò J. “Raccogliamo persone interessate a partecipare a questa iniziativa, disposte ad investire nella terra e nel made in italy! Diamo questa possibilità a tutti e creiamo qualcosa di grande! Lanciamo una campagna di Equity Crowdfunding e chiunque vorrà potrà unirsi a noi e diventare nostro socio!”
Ed è quello che abbiamo fatto, ma non prima di 2 o 3 mesi di attenta ricerca imposti dalla estrema scrupolosità di J. che spesso ci ha salvato da prendere grosse cantonate. Abbiamo ripercorso 100 volte il business plan, intervistato attori del settore, stretto partnership fondamentali, raccolto dati storici e proiezioni economiche a livello nazionale e internazionale.
Infine siamo passati ai fatti! Abbiamo coinvolto i maggiori esperti del settore come l’Avv.to Alessandro Lerro, e creato una Startup Innovativa Agricola per lanciare la campagna di Equity Crowdfunding.
E’ passato quasi un anno da quella cena, e ora siamo online su uno dei portali più importanti di Equity Crowdfunding in Italia, già molte persone si sono unite a noi e presto potremo creare i primi campi.
Se siamo riusciti a trasmetterti l’unicità di questa opportunità, se vuoi unirti a noi in questo progetto visionario, ecco quello che devi fare.
Lascia il tuo contatto telefonico e saremo a disposizione per darti tutte le informazioni che vuoi e rispondere a tutte le tue domande.